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Il mondo dei bisessuali Pubblicato il Febbraio 05, 2016 - 09:58

Quindi che cos'è esattamente la bisessualità?

La definizione di bisessualità che adottiamo (quella dell'attivista americana Robyn Ochs) afferma: “Sono bisessuale perché riconosco di poter essere attratto da più di un sesso o genere, non necessariamente nello stesso modo, non necessariamente nello stesso momento, non necessariamente nella stessa misura”.

Proviamo a spiegarla.

Diciamo "non necessariamente nello stesso modo" perché ci sono persone romanticamente attratte da un sesso e sessualmente da un altro. Il caso più noto è quello dello scrittore russo Lev Tolstoj, che si diceva sessualmente attratto dalle donne e spiritualmente dagli uomini. A noi è capitato invece di conoscere donne che stabiliscono rapporti affettivi solo con altre donne, ma che non disdegnano avventure sessuali con uomini.

"Non necessariamente nello stesso momento" perché a seconda dei vari momenti della vita si può essere attratti da diversi sessi o generi. Un caso frequente è quello della giovane donna che sposa l'uomo di cui è innamorata, salvo poi mettersi con una grande amica molti anni dopo, prima o dopo la fine del suo matrimonio. Non mancano anche gli uomini che fanno un percorso analogo.

"Non necessariamente nella stessa misura", perché è raro che ci siano persone attratte da entrambi i sessi allo stesso modo: di solito c’è una preferenza.

D’accordo, ma come mai una persona viene attratta da due sessi diversi?

Non sappiamo con precisione perché la maggior parte delle persone diventa etero, una piccola parte omo ed una un po' più grande bisex. C’è chi pensa che la differenza tra i bisessuali e monosessuali stia nel fatto che i primi non siano inibiti da situazioni sessuali che i secondi trovano sgradevoli. Ma è solo una congettura. Di certo tra le persone cosiddette “diverse”, noi siamo la maggioranza.


In che senso? 

Un sondaggio dell’istituto americano Pew ha evidenziato come il 40% delle persone Lgbt sia bisessuale (il 29% delle donne, l'11% degli uomini). I gay sono invece fermi al 36%, le lesbiche al 19%, i trans al 5%. Ma anche se noi siamo di più, spesso rimaniamo"invisibili": considerati etero se stiamo con una persona di genere diverso dal nostro e gay o lesbiche se frequentiamo una persona di sesso opposto.  

Forse perché molti considerano la bisessualità solo una sorta di perversione…

Il concetto psichiatrico di perversione è nato per indicare il sesso non procreativo e per stigmatizzare chi vi indulgeva. Noi ci rifiutiamo di considerare le persone come macchine il cui unico scopo è produrre altre macchine. Ciò che è importante è che ci sia amore, con mutuo consenso e senza danno. Di certo ad esempio pedofilia e zooerastia non sono orientamenti sessuali perché chi le impone alle sue vittime non le ama e non vuole essere amato. Eterosessuali, bisessuali, omosessuali possono invece tutti darsi la gioia rispettando tali limiti. Aggiungiamo che bisessuale non vuol dire “indeciso”, “immaturo”, “dedito al sesso di gruppo”: queste sono caratteristiche che si trovano in tutti gli orientamenti sessuali. Si stima che il 15 per cento dei figli abbia un padre biologico diverso da quello sociale e questo non è certo merito o colpa dei bisessuali.

Proprio di “indecisione” vi accusano gli omosessuali. E’ vero che i gay non vi sopportano?

Sì, molti di loro. Anche se bisogna distinguere tra omosessuali maschi e lesbiche. I primi quando fanno outing spesso si dichiarono bisessuali, non perché lo siano, ma per “fare un passo alla volta”: intanto dichiarano di essere bisex poi trovano il coraggio di dichiararsi gay. Affermano di essere ciò che non sono, forse vittime di un autoinganno, per questo motivo preferiscono non avere a che fare con i veri bisessuali, probabilmente per non essere smascherati.

E le lesbiche?

Con loro il problema è molto più serio. Essere lesbica non vuol dire solo ammettere di non desiderare gli uomini, ma vuol dire anche organizzarsi per “resistere” contro di loro. Se però nel caso degli uomini è più facile che una persona si dichiari prima bisex e poi gay, per le donne è il contrario, prima si ammette di essere lesbiche e poi magari “bi” e questo fa gridare al tradimento molte lesbiche. Per loro la bisessuale è una che ha ceduto al “nemico” o peggio ancora una persona “imbrogliona”, che ha bisogno dell'amore che può darle una donna, ma non vuole rinunciare ai privilegi che può ottenere da un uomo.

C’è quindi un’avversione generale nei confronti dei bisex…

Sì, è un vero e proprio odio e si chiama "bifobia". Si esprime negando l'esistenza delle persone bisessuali: li si definisce “gay velati” oppure si afferma che si tratta di donne che vanno con altre donne solo per eccitare il proprio uomo. E poi li si attacca parlando di loro come persone sleali e promiscue. E venendo additati in questo modo per noi diventa molto difficile avere serene relazioni sociali e professionali.

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