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Professione fluffer: perché per girare un porno è importante il “riscaldamento” Pubblicato il Aprile 11, 2017 - 09:56

 

 Girare un film porno non è facile quanto si potrebbe essere portati a pensare.

 Certo, il mestiere è un po’ scaduto negli ultimi anni, soprattutto per il fatto che chi fa questo lavoro bene e con tutti i crismi – preservativo, paga consona, assicurazione per tutti i lavoratori, dagli attori agli elettricisti – deve trovarsi in concorrenza con chi invece realizza un prodotto amatoriale con meno costi e quindi a un prezzo decisamente inferiore.

 Eppure è fondamentale che anche i film porno seguano certe regole e questo significa che ognuno deve fare il suo lavoro, ognuno deve stare al suo posto. E ci sono delle mansioni che sono eccentriche rispetto al cinema mainstream, come per esempio il fluffer.

 

 

 

Che cos’è un fluffer?

 

 

Fluffer

 

 

 Il fluffer è una presenza che rasenta la mitologia sui set del film porno. Perché qualcuno dice che esista, altri che sia invece una leggenda metropolitana. Semplicemente prende il nome di fluffer colui che si occupa di tenere “caldi” gli attori tra una scena e l’altra, tra le ripetizioni di un ciak e così via.

 

 A quanto abbiamo trovato, il fluffer si occupa degli attori e non delle attrici – forse perché con queste ultime è meno importante essere “calde”, dato che esistono in commercio dei lubrificanti che rappresentano secondo alcuni degli ottimi sostituti degli umori femminili, ma comunque tra poco vedremo che non è del tutto esatto.

 

 Quel che è certo è che per i maschietti mantenere l’erezione tra una scena e l’altra è importante e non sempre facilissimo.

 

 

 

L’esperienza di un vero fluffer

 

 

Fluffer

 

 

 Sull’Huffington Post è comparsa la testimonianza, sotto forma di un articolo anonimo, di quello che è dichiarato essere un autentico fluffer – per sfatare le credenze di chi pensa si tratti di un falso mito. In realtà, la persona che ha scritto il pezzo – una donna di nome Cat, come si può leggere, era stata assunta come tuttofare: doveva portare il caffè, preparare i pasti, tenere le c-light – ossia le lampade speciali per illuminare il pube delle pornodive – passare gli asciugamani. E ad un certo punto le è anche toccato di essere una fluffer.

La pressione – si legge – dell’ottenere un’erezione di fronte ad una piccola folla – cameraman, elettricisti, caposquadra, fotografi – poi avere un orgasmo al segnale è un compito scoraggiante. Qualche volta aiuta avere un’amichevole faccia femminile in mezzo ad un gruppo per lo più maschile.

 

 

 Quindi, oltre ai fluffer esistono le fluffer. Ma non solo. Cat si è resa presto conto di fare parte di questa categoria di lavoratori, nel momento in cui il regista le ha chiesto se il protagonista si potesse concentrare sulle sue terga per mantenere l’erezione, perché sapeva che lui la trovasse carina. Cat se ne è sentita lusingata, ma un’altra volta il suo compito è stato addirittura più arduo. Ha dovuto sostenere letteralmente un’attrice, che stava affrontando una doppia penetrazione: guardandola negli occhi, la fluffer l’ha incoraggiata moltissimo. Ma è stato il tenerla per le braccia però che ha fatto sì che la scena fosse girata come si deve.

 

 

 

Perché il fluffer è una figura potenzialmente in disuso

 

 

Fluffer

 

 

 Se si pensa che l’esistenza del fluffer corrisponda ad una leggenda metropolitana, molto lo si deve anche al fatto che si tratta di un mestiere in dismissione. È un fenomeno in gran parte correlato al fatto che si cerca di ricorrere a farmaci come il Viagra o integratori come Erozon Max per poter ottenere delle erezioni durature sui set porno.

 

 Non sappiamo se alla lunga questo porterà a delle conseguenze, ma tutti i farmaci sono concepiti in funzione del loro uso e non del loro abuso, quindi un abuso di qualunque farmaco ci appare meno salutare dell’erezione indotta o mantenuta “manualmente” (o “oralmente”) dal fluffer.

 

 

Fluffer, il film

 

Fluffer

 

 

 Se volete saperne di più c’è perfino un film che parla dei fluffer. Si tratta di un film indipendente del 2001, diretto da Wash Westmoreland e Richard Glatzer, dal titolo “The Fluffer“, appunto.

 Nella pellicola compaiono in alcuni cammei anche volti molto noti dell’hard, come il baffo più famoso del porno Ron Jeremy. La trama ha a che vedere con una sorta di storia d’amore tra un ragazzo che vuole fare cinema e si innamora di un pornodivo – che però è eterosessuale e quindi non lo ricambia – diventando il suo fluffer. La storia assume i contorni del thriller quando l’attore viene cacciato dal set a causa dei suoi ritardi e dei problemi di droga e il produttore viene trovato morto. Il divo si rivolgerà quindi al suo fluffer, ancora innamorato, per poter essere scagionato. Il resto non ve lo raccontiamo perché non ci piace spoilerare.

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