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Boom di protesi per lui Pubblicato il Maggio 26, 2015 - 09:37

La primavera, con il risveglio degli ormoni (testosterone compreso) e del desiderio sessuale è anche la stagione giusta per ricorrere alla chirurgia in caso di un grave deficit erettile, quello ciò che non risponde ai farmaci: con le tecniche più innovative, dopo circa 40 giorni si può tornare a una normale vita sessuale, quindi pronti per l'estate e le vacanze.

Parliamo in particolare di protesi per il pene: «In Italia se fanno circa 350 l'anno, ma sta aumentando il numero di chi le sceglie» spiega Gabriele Antonini, urologo-andrologo dell'Università Sapienza di Roma specializzato proprio nell'impianto di protesi idrauliche peniene.  Queste ultime sono dispositivi che permettono di ottenere un'erezione completa e non perenne, anche se non spontanea: sono costituite in pratica da un sistema a circuito chiuso, composto da due cilindri, inseriti nel pene, collegati a una pompa di controllo, posta a livello dello scroto e a un serbatoio, inserito dietro il pube, vicino alla vescica, che contiene una soluzione fisiologica. Azionando la pompa, il liquido dal serbatoio va nei cilindri, permettendo l'erezione. A rapporto concluso, basta azionare nuovamente la pompa, perché il liquido dai cilindri torni nel serbatoio e l'organo maschile a riposo.

La chirurgia, secondo anche quanto emerso al recente meeting nazionale sul tema tenutosi a Bologna, può essere un'ottima soluzione ai problemi di erezione: «I farmaci possono compensare una disfunzione erettile minima ma se si ha il diabete o si è subito un intervento di chirurgia pelvica si avrà questo tipo di problema nel 90per cento dei casi. E un impianto di protesi al pene può ridare un vita sessuale completa» spiega il chirurgo. «Chi ha la protesi è assolutamente soddisfatto dei risultati e non tornerebbe indietro».

E se ha intimorire è l'intervento, c'è nuova tecnica di impianto meno invasiva delle tradizionali, messa a punto proprio dal dottor Antonini, e che si effettua in day hospital e con l'anestesia locale: «Si fa un'incisione di 2,5 centimetri alla base dell'organo sessuale e si procede a una dilatazione dei corpi cavernosi per l'inserimento della protesi. Questo tipo di procedura permette di ridurre quasi a zero gli ematomi e le infezioni dovute alle complicanze» dice il chirurgo.  

Un'operazione che non conosce età: vi ricorrono, infatti, uomini «dai 30 agli 80 anni», rivela l'esperto che conclude: «L'importante che non ci siano alterazioni del tessuto endoteliale e che nei soggetti giovani non si sia una fuga venosa. Quest'ultima condizione non preclude l'erezione, ma il suo mantenimento nel tempo».  

 

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