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Cos'è il muffing, la "penetrazione trans" che non sapevi si potesse fare Pubblicato il Novembre 13, 2017 - 10:40

 

Penetrazione trans Fonte: Web

 

 Come fanno sesso alcuni transessuali? È una domanda interessante non solo per tutti coloro che sono lontani da queste tematiche, ma anche per chi le vive sulla propria pelle. Almeno stando a quello che sostiene Mira Bellwether, una donna che oggi ha completato la transizione da un sesso all’altro, ma che nel 2010 ha avuto l’idea di una pubblicazione underground dal titolo “Fu**ing Trans Women”, che come spiega un articolo di Vice è diventata immediatamente iconica. E che parte dall’esperienza personale di questa persona, con l’intento di migliorare la vita sessuale di molte altre. Abbiamo dato una traduzione di massima e non professionale di questo articolo e ve lo vogliamo riproporre.

 

 Mira parte dalla convinzione che la comunità trans potrebbe ricevere dei benefici dal dialogo sulle specifiche esperienze sessuali di diverse donne transessuali.

 

 In pratica, viene riconosciuta da parte dell’autrice la mancanza di informazione su ciò che le donne trans vedono dei loro corpi e il modo in cui i loro compagni non sanno neppure da che parte cominciare. Tanto che mette subito in risalto come la presenza di un pene non debba essere fuorviante, aprendo così a una pratica, il muffing, che è una sorta di fingering e quindi una penetrazione vera e propria. Ovviamente, nella pubblicazione non si parla solo di questo, ma sicuramente il muffing è la pratica già interessante.

 

 Già, perché coinvolge la penetrazione in orifizi che la maggior parte delle persone non sa neppure esistere. Naturalmente, Mira spiega un po’ di anatomia per introdurre la questione, parlando di due canali inguinali, che si trovano sopra e dietro i testicoli e la sacca scrotale. In pratica, sono i canali da cui scendono i testicoli durante lo sviluppo o verso cui risalgono (momentaneamente) quando ci si fa il bagno al mare o in piscina e l’acqua è particolarmente fredda.

 

 Non è facilissimo trovare questi due canali al primo colpo, anche quando si tratta del proprio corpo, anche perché, a differenza di orifizi maggiormente visibili, questi sono coperti dalla carne. Così, Mira consiglia di tastare delicatamente con la mano al di sotto del proprio pene. I canali hanno la larghezza di un dito, ma poi si stringono in maniera considerevole. Si inizia piano e si fa attenzione, è una parte delicata.

 

 

Penetrazione trans
Fonte: Fu**ing Trans Women

 

 

 

 Secondo l’urologo Curtis Crane, che è specializzato nella chirurgia per il cambiamento di sesso, il muffing non è solo piacevole, ma è anche sicuro. Molti pazienti glielo hanno chiesto e non ha mai visto in anni e anni di carriera una persona che abbia risentito di questa pratica. Che tra l’altro, dal punto di vista medico, trova assolutamente logica, spiegando che esistono due anelli del canale inguinale, uno superficiale, che è quello più esterno, dove si entra nello scroto, l’altro è più interno.

 

 

Anatomicamente – spiega il medico – i nervi ilioinguinali e genitofemorali – che danno entrambi la sensazione all’area genitale – sono giusto lì in quel canale, così questa pratica ti fa sentire bene. […] Dove si mette il dito è davvero in superficie, ma se si vuole seguire la pratica fino in fondo, bisogna andare con il dito nella zona intra-addominale. […] Sarebbe possibile andare attraverso la pelle così in fondo, ma se praticate un foro la si può sezionare.

 

 

 Alcune esperienze contenute nell’articolo, descrivono il muffing come una forma di masturbazione, che viene praticata anche durante rapporti con il partner, per aiutarsi a raggiungere il piacere. Tuttavia, dopo aver completato la transizione e aver effettuato la vaginoplastica, la pratica viene a volte abbandonata, nonostante per esempio, la sua natura più “semplice”.

 

 Con il muffing non serve il lubrificante, necessario invece quando si è eseguita la vaginoplastica. E c’è anche chi ha sperimentato la pratica durante la propria adolescenza, a testimoniare quanto sia immediato immaginare il piacere collegato a quella parte del proprio corpo.




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