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L'orgasmo femminile, quella cosa da nascondere alle bambine Pubblicato il Dicembre 05, 2017 - 10:24

 

 “Gli uomini e le donne sono uguali” dice una famosa canzone di Cesare Cremonini.

 

 E invece no, siamo estremamente diversi, a partire dal corpo.

 

 Una delle prime cose che scopriamo sin da bambini è la differenza dei genitali: l’uomo ha il pene e la donna ha la vagina (pisellino il primo, farfallina, cosina, vergogna la secondapiù altri nomi discutibili per nascondere e rendere sempre più un tabù la sessualità femminile).

 

 

 Sin da piccole, noi donne, siamo all’oscuro di questo mondo tanto mitizzato, oltraggioso, dove gli organi femminili non hanno un nome, se non dei vezzeggiativi mentre le mestruazioni vengon chiamate cose, lune, le rosse e tanto altro ancora.

 

 

 Noi donne cresciamo, quasi tutte, in un contesto in cui dobbiamo fin troppo spesso nascondere e reprimere i nostri impulsi, diversamente dall’uomo che con tanta virilità ed una pacca sulla spalla racconterà a più persone possibile della sua prima scopata. Noi magari giusto a qualche amica fidata, non senza paura di essere giudicate.
Quando abbiamo visto a dieci anni una scena di sesso in un film ci siam messe subito le mani sugli occhi (o abbiam fatto finta, più spesso), sempre che non ci sia stato qualche adulto che abbia cambiato in fretta canale.

 La diretta conseguenza è che, a differenza dell’uomo, molte di noi, non conoscono affatto il proprio corpo e la propria intimità, perché sì, prima di farci accarezzare toccare, guardare, dovremmo, dobbiamo farlo noi: dobbiamo scoprire il nostro corpo, com’è fatta la vagina, quanto è grande, quanto è morbida, dove si trova il clitoride, che piacere provo a toccarlo, dove devo toccare, affinché possa comunicare al partner ciò che mi piace, dove mi piace esser toccata e come mi piace tutto il resto.

 

 Ci ritroviamo, poi, da adolescenti o giovani, in base alla nostra esperienza, a conoscere tutto di fretta, senza nessuno che ce l’abbia mai spiegato. Se siamo state delle bambine fortunate e curiose abbiamo avuto dei genitori che con semplicità ce l’hanno spiegato, ma purtroppo spesso il nulla dagli altri contesti: scuola, parrocchia, sappiamo giusto qualcosa dalle voci di corridoio che abbiamo ascoltato di nascosto durante la ricreazione.

 

 

 Ed ecco che arriva il dilemma:

 

E adesso? Come glielo dico che così mi fa male? Come glielo dico che mi piacerebbe mi toccasse in un altro modo? Glielo dico? O fingo? Tanto non se ne accorgerà, l’importante è che lo abbia lui l’orgasmo.

 

 

 Gli uomini hanno la fortuna/sfortuna di concretizzare il proprio piacere in un composto organico, noi no, se non tramite gemiti o rendendo la strada verso la penetrazione meno tortuosa. Noi siamo più complesse, abbiamo due tipi di orgasmi, secondo Freud (secondo altri solo uno anche noi): vaginale e clitorideo, fatto sta che spesso non ne proviamo neanche uno dei due.

 

 

 Pensate che solo il 20% degli orgasmi è legato alla penetrazione durante il rapporto, quindi vaginaleL’orgasmo clitorideo, invece, è sperimentato sin dalla pubertà, ci si può stimolare anche accavallando le gambe o stringendole. Esso è molto legato alla conoscenza del proprio corpo, una donna che ha utilizzato e utilizza la masturbazione come mezzo di piacere, si conoscerà meglio e saprà confidare al partner meglio come preferisce godere.

 

 

 Pertanto se già è difficile, se non impossibile, per molte donne godere dell’orgasmo vaginale, quello più passionale, quello più sentito, quello in cui ti commuovi con le lacrime agli occhi quando sei innamorato/a, quello in cui guardi chi ami negli occhi e di cui ne conservi il ricordo con passione, non fate a meno di quello clitorideo che vi rilassa cuore, mente e corpo e, soprattutto, vi permette di conoscere la persona più importante della vostra vita: voi stesse.

 

 Concedetevi, dimenticate i tabù e non pensate solo ed esclusivamente al piacere dell’altro, date importanza anche al vostro, non abbiate vergogna nel comunicare i vostri desideri, le vostre fantasie, vi renderà più complici, perché l’altro non è un veggente e solo attraverso la comunicazione saprà capirvi al meglio.

 

 “Le parole sono importanti” diceva Nanni Moretti…

 

 

 


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