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"Mio marito mi ha proposto una cosa a tre": 2 storie vere di menage a trois Pubblicato il Marzo 09, 2018 - 09:41

 

 Quando si parla di menage a trois vengono subito in mente opere di fantasia, come film o romanzi. Ma per alcune coppie non si tratta di fantasia, si tratta di realtà.

 

 È un argomento delicato: alcuni ci arrivano per via di alcuni fenomeni legati per esempio al cuckold, poi c’è chi prova a cimentarsi in una cosa a tre per provare a recuperare il rapporto. Ma c’è anche chi ci arriva perché ha una sana curiosità sessuale. È a questi ultimi che gli psicologi danno sempre il via libera: quando c’è consapevolezza, anche e soprattutto relativa alle conseguenze emotive delle proprie azioni, il rischio che qualcosa vada storto c’è sempre, ma è di molto inferiore al resto della casistica.

 

 

L’uomo – si legge tra le motivazioni che spingono una coppia al menage a trois su ForumSalute – può godere delle attenzioni di due donne contemporaneamente, liberandosi della sindrome del “macho” che deve sempre accontentare e mai lasciarsi andare. […] la donna può lasciarsi andare a quel rapporto fatto meno di necessità fisiche e più di mente, di carezze e di dolcezza che si può instaurare solo con un’altra donna per la reciproca conoscenza del proprio corpo, senza la goffaggine e l’irruenza a volte tipica dell’uomo.

 

 

 Soffermiamoci però un attimo, per esempio, sulla questione del cuckoldismo. In un thread di MediciItalia, si cerca di capire appunto se la molla che ha fatto partire il menage a trois in una coppia sia proprio quella. Attraverso delle domande alla persona interessata dal fenomeno, si cerca di capire cosa la guidi.

 

 Una delle domande chiave consiste nel chiedersi – nei momenti clou del threesome – se si pensi al proprio compagno come meraviglioso oppure alla terza persona come potente e sexy. Se la risposta è la prima, il menage a trois si rivela molto meno problematico di quello che si potrebbe ritenere. In ogni caso, a titolo esemplificativo, abbiamo raccolto due testimonianze sul threesome, delle quali una anche molto famosa.

 

 

 

 

Il menage a trois come ricatto emotivo

Menage a troisFonte: In cerca di Amy

 

 

 Sul forum del The Guardian è spuntata questa testimonianza:

Io e mio marito siamo stati felicemente sposati per più di 30 anni. Nel 2008 ha rivisto la sua prima ragazza. Era rimasta vedova e ha acconsentito a fare un'”esperienza insieme”. Sono stata invitata a unirmi, con l’idea di un tradizionale menage a trois (sebbene lei viva in un diverso continente). Non ho visto in che modo avrei potuto vivere così e lui ha detto che stavo rovinando la relazione. Da due anni parla dell’altra donna come la sua partner e sono in contatti regolari via Internet. Alterna la minaccia di divorzio al cercare di convincermi a farmela amica. Io alterno la totale incredulità alla rabbia. Dice che non c’è stato cambiamento nei sentimenti d’amore che prova per me, ma non può accettare l'”esclusività assoluta” che io “inflessibilmente chiedo”. Cosa dovrei fare?

 

 

 

 Se fossimo in un film, sembrerebbe la classica crisi della mezza età. Ma non è così semplice. Tra i commenti, comunque, molti si schierano a favore della donna, chiamando il marito un insensibile egoista. Tuttavia, come rimarca qualcuno, non tutti abbiamo la stessa idea di fedeltà, ma comunque viene consigliato alla donna di prendersi una pausa dal marito oppure addirittura di chiamare un avvocato e avviare le pratiche per il divorzio. Il menage a trois può essere interessante, ma le forzature sono sempre controproducenti.

 

 

 

 

La storia di Jane Fonda

 

 

 Il DailyMail racconta di come Jane Fonda sia stata a volte convinta dal marito Roger Vadim ad avere un menage a trois.

 

 Semplicemente: Vadim alzava la cornetta e “ordinava” una escort con i capelli rossi. Nella sua biografia, Fonda spiega anche come quella relazione sia diventata tossica per lei, al punto di averle causato anche dei disturbi alimentari. Ma in un certo senso abbiamo una conferma di quello che abbiamo detto poc’anzi. Nel sesso, nella coppia, tutto deve essere condiviso a livello ideale, a partire dalle scelte. Non è possibile che la voce di qualcuno sia soffocata in favore dei desideri dell’altro.

 

 

Sembra scioccante che io l’abbia fatto – ha raccontato Fonda – ma ho cercato di convincere me stessa che andava bene, che lo volevo io stessa, anche se mi stava uccidendo il cuore.

 

 

 


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