Sta facendo il giro del web un annuncio disperato che lo staff della Kent District Library di Grand Rapids, in Michigan, ha lanciato tramite Facebook. Le parole sono semplici ma allo stesso tempo scioccanti: per favore, non mettete i libri nel microonde! Leggendolo persino noi abbiamo avuto un sussulto: perché una persona sana di mente infilerebbe un libro nel forno, a meno che non si tratti di un ricettario della Clerici?
L’arcano è presto svelato: il tutto si collega al timore del contagio da Coronavirus. Pare infatti che, adesso che le biblioteche pubbliche hanno riaperto i battenti, e quindi hanno ricominciato a dare i libri in prestito, ci sia chi teme che le pagine possano veicolare il virus. Siccome è stato provato che le alte temperature uccidono il Coronavirus, qualche furbone ha ben pensato di dare una scottatina nel microonde ai libri presi in prestito.
Che non sia una grande idea, lo capiamo già da soli: ma Elizabeth Guarino-Kozlowicz, manager della Kent District Library, spiega anche il motivo specifico. Nei libri è inserita una targhetta metallica chiamata radio frequency identification (RFID) che serve per la catalogazione. Questa targhetta, esposta alle microonde, può prendere fuoco e diventare pericolosa, come mostrano le foto postate dallo staff della biblioteca.
Fonte: Facebook
Di quella pira l’orrendo foco/Tutte le fibre m’arse avvampò!
Pare che uno degli utenti della biblioteca abbia preso in prestito un libro e, una volta a casa, abbia deciso di disinfettarlo usando il metodo Nerone. Risultato: parte della copertina si è bruciacchiata, là dove c’è il RFID. L’utente ha dovuto rifondere il danno comprando una nuova copia del volume. In compenso, si è potuto tenere quella danneggiata, a ricordo perpetuo della sua idiozia.
A parte il fatto che bruciare i libri è un’abitudine che avevano solo personaggi poco raccomandabili, i virologi assicurano che non c’è alcun rischio che il Coronavirus se ne vada in giro tra le pagine di un libro. Anche se ci si depositasse, la sua carica virale sarebbe molto blanda, e in più sparirebbe in pochissimo tempo. Vista la sua poca consuetudine con la carta stampata, ci viene un dubbio: ma non è che il Covid-19 è italiano?

