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Coronavirus, in Gran Bretagna si pensa al lockdown su tre livelli Pubblicato il Ottobre 12, 2020 - 13:57

 

 

 È l’allarme in Gran Bretagna, dopo il boom di contagi registrati nei primi giorni di ottobre. In base al bollettino aggiornato a domenics 11, si riscontrano altri 12.872 casi di nuovi positivi e 65 morti nelle ultime 24 ore, per un totale da inizio pandemia di 603.716 casi 42.825 vittime

 

 Stando alle dichiarazioni rilasciate dal professore Peter Horby, presidente del New and Emerging Respiratory Virus Threats Advisory Group (Nervtag) e consulente del governo di Boris Johnson, la Gran Bretagna “si troverebbe in una situazione precaria e ad un punto di non ritorno”.

 

 Horby ha anche dichiarato alla Bbc, che in questo momento, è essenziale proteggere il sistema sanitario nazionale, evitando che alcuni servizi ospedalieri non essenziali, possano essere cancellati, così come avvenne in occasione della prima ondata da Coronavirus.

 

 

 

 Verso un lockdown a tre livelli?

 

 Dopo le prime misure messe in atto dal governo a fine settembre, ecco dunque prendere forma nelle stanze del potere di Londra, l’ipotesi di un nuovo lockdown, suddiviso in tre livelli e in base alle diverse zone del Paese. 

 

 Nella giornata del 12 ottobre, il premier Boris Johnson, dopo la riunione con il Comitato Scientifico, si presenterà in Parlamento, per poi tenere una conferenza stampa, intorno alle 18, nella quale annuncierà il nuovo piano messo a punto dal governo.

 

 

 

 Come saranno articolate le nuove norme

 

 Secondo indiscrezioni della Bbc, le misure saranno articolate su 3 livelli in base alla gravità della situazione, e il livello più severo dovrebbe essere applicato in città come Manchester e Liverpool, facenti parte della Liverpool City Region, che nella settimana del 6 Ottobre, ha visto su circa 100.000 abitanti, 600 casi di positività al Covid-19.

 

 Le nuove restrizioni dovrebbero riguardare la chiusura di pub e ristoranti, oltre il divieto di riunione di differenti nuclei famigliari, sia in casa che all’aperto. Misure pensate soprattutto, visto che numerose strutture ospedaliere del Nord-Inghilterra si ritrovano in affanno, e con le terapie intensive ad un passo dall’essere piene come nei periodi di marzo-aprile. 

 

 

 

 Le reazioni

 

 Non tutti però sono entusiasti di queste nuove norme restrittive, in particolare gli amministratori locali, che accusano il Governo di non ascoltare le richieste che provengono da questi territori, e che rischiano invece di far piomabare le città ai livelli di povertà e disoccupazione degli anni ’80.

 

 

 

 

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