L’orgasmo è quella fase di piacere intenso che l’uomo e la donna riescono a raggiungere al culmine dell’atto sessuale. A livello neuromuscolare è un insieme di reazioni involontarie, che corrispondono al culmine dell’eccitazione sessuale. Nell’uomo, l’orgasmo si manifesta con l’eiaculazione, mentre nella donna non sempre ci sono reazioni fisiologiche chiare o visibili, tuttavia in alcuni casi si verificano particolari contrazioni muscolari dell’area della vagina e della clitoride e alcune volte ci può essere anche fuoriuscita di liquidi (fenomeno noto con il nome di squirting).
Oltre agli aspetti fisiologici e neuromuscolari, l’orgasmo è anche un insieme di percezioni e sensazioni psico corporee soggettive, e proprio questo carattere soggettivo fa sì che le persone possano percepirlo in maniera diversa, secondo la propria personale modalità d’esperienza.
È piuttosto frequente, soprattutto durante le prime esperienze, o in particolari circostanze emotive (stress, tensione, inibizione, ansia da prestazione, ecc…), che uno dei due o tutti e due i partner facciano fatica a raggiungere questa scarica di tensione e a provare piacere.
Da cosa dipende la mancanza di piacere?
La mancanza del piacere nella donna è sempre multifattoriale. È impensabile effettuare la caccia alle streghe e cercare il colpevole o l’agente patogeno, unico e univoco; le cause sono tante e a più livelli, spesso intersecate tra di loro.
La sessualità femminile è una sessualità complessa e sfaccettata, non è possibile considerarla organo-dipendente, ma psiche e coppia-dipendente.
Le scarse capacità del partner
Tra le possibili cause - da analizzare donna per donna e coppia per coppia, mediante una scrupolosa diagnosi psico-sessuologica - abbiamo: l’assenza di educazione emozionale e sessuale, un’educazione sessuofobica ricevuta in dote dalla famiglia o da una scuola eccessivamente rigida, l’eventuale presenza di problematiche psico-fisiche, psichiatriche o di coppia. Per proseguire con ars amatorie del partner non consone al corpo e alla psiche della donna, amplificate da poca conoscenza della sessualità femminile.
Per concludere con la possibile assunzione di alcune terapie farmacologiche, la mancanza di fiducia nel partner, la mancanza d’amore e di coinvolgimento, e la possibile presenza di disfunzioni sessuali maschili come l’eiaculazione precoce o il deficit erettivo.
Fonte: Web
Il rapporto della donna col proprio corpo
Una donna - o un’adolescente - che si approccia alla sessualità è una donna che dovrebbe vivere in armonia con se stessa, grazie a uno sviluppo sincrono del corpo biologico e di quello psicologico. Senza fretta e senza strappi.
Le giovani donne, per esempio, hanno un rapporto ambivalente con la loro fisicità.
Si percepiscono brutte o goffe, in sovrappeso e impacciate sotto le lenzuola. Ambivalenza amplifica dal bisogno imperante di omologarsi ai modelli di magrezza imperante sdoganati dai media.
Emozioni e sensazioni che diventano un vero catalizzatore d’ansia, e che impediscono di lasciarsi andare alla scoperta emozionale e sensoriale del piacere sessuale, perché impegnate a controllare la loro presunta, inadeguata fisicità.
Sentirsi viva, piacente, desiderata e desiderabile, a qualunque età
In un momento storico sigillato dalla paura - o impossibilità - di invecchiare, accostarsi alla dimensione del piacere con l’avanzare dell’età, non è sempre facilissimo. Cambia il corpo, cambiano le priorità e aumentano gli impegni, ma non cambiano i sensi e le più profonde necessità di una donna: amare ed essere amata.
Le donne over cinquanta, per esempio, sono donne che potrebbero essere separate o a un secondo giro di boa dell’affettività, oppure single o sole.
In questi casi, integrare la dimensione del piacere nell’ampio e sfaccettato concetto di qualità di vita, è ancora più faticoso.
Talvolta, la possibilità di trovare un compagno consono può diventare un percorso impervio, che si snocciola tra le nuove esigenze emozionali e personologiche della donna, e la tendenza a vivere amori usa e getta dei tempi odierni.
La dimensione del piacere, a tutte le età, è un vero elisir di giovinezza per la donna e di lunga vita per la coppia in cui la sessualità dimora. Non averne cura, trascurarlo e fare finta che sia opzionale, è un atteggiamento penalizzante e colpevolizzante.
Il benessere sessuale è sentinella di vita, la sua assenza è, invece, un semaforo rosso davanti al quale fermarsi a riflettere.
La sua mancanza può dipendere da tanti fattori. La coppia che scricchiola, che inizia a perdere le prime foglie e smette di abitare la camera da letto, la paura degli anni che avanzano e di qualche chilo di troppo generatore di ansie e disagi, la menopausa con i suoi strascichi umorali e ormonali, la deflessione del tono dell’umore o la presenza di qualche problematica di salute, e tantissimo altro.
Qualche nota diagnostica
Quando ci addentriamo nel territorio paludoso della diagnosi clinica, soprattutto quando parliamo di sessualità femminile, dobbiamo analizzare le tre fasi della risposta sessuale: la fase del desiderio, la fase dell’eccitazione, e la fase orgasmica.
La funzionalità e consequenzialità di queste tre fasi determina il sano funzionamento sessuale della donna. La mancanza di un buon desiderio, o la possibile compromissione della seconda fase, può danneggiare e compromettere la terza.
Le tre fasi, unitamente alla salute fisica, uro-ginecologica e psichica della donna, vanno studiate con cura, competenza e scrupolosità. Con grande garbo ed empatia, affinché la donna possa raccontare e raccontarsi, al fine di chiedere aiuto e di essere aiutata a cicatrizzare la sua ferita emozionale-sessuale.
La coppia, il luogo dell’incontro o del non incontro: contenitore e contenuto
Parlare di piacere sessuale avulso dalla relazione e della qualità della vita di coppia, è assolutamente impossibile e miope. La coppia è il luogo dell’incontro, o del non incontro.
Rappresenta la terra simbolica deputata all’intimità, abitata da dinamiche avverse o a favore. Da parole mute e silenzi parlanti. Da empatia e simpatia. Da aggressività e alleanza. Da quella meravigliosa diversità che quando non distrugge arricchisce. La mancanza di piacere, in assenza di patologie o traumi è spesso una condizione situazionale. Si manifesta, cioè, con alcuni uomini e non con altri.
Un esercito di donne rassegnate al silenzio dei sensi. Come risolvere?
La tacita rassegnazione non è una soluzione. Le cure esistono, ma devono essere precedute dalla consapevolezza da parte delle donne di vivere un disagio.
La mancanza di piacere non è il triste destino a cui la vita le ha consegnate, ma una disfunzione sessuale da poter risolvere.
La conoscenza di sé, della più segreta geografia corporea e mentale, un’adeguata educazione emozionale e sessuale per arginare il proliferare di falsi miti e leggende metropolitane, una coppia mentalmente, emozionalmente e fisicamente empatica, sono i primi mattoni per la futura costruzione della poliedrica sfera del piacere sessuale femminile.