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Ecco la sex counselor in azienda! Pubblicato il Maggio 25, 2018 - 10:34

 Arriva il sex counselor. Anzi la sex counselor, dato che l’unica in Italia a fare questo lavoro per le aziende è una donna e si chiama Francesca D’Onofrio. Ormai s’è visto, l’ultima tendenza aziendale è occuparsi della realizzazione umana a 360 gradi dei propri dipendenti: aumenta il rendimento e il fatturato complessivo. Ecco che, dopo il running solidale, i laboratori sulla differenza di genere, il pensiero positivo, adesso il focus è sulla sessualità.

 

 Del resto, la sex coach Pamela Madsen e la sex educator Betty Dodson, in America da tempo lavorano con percorsi esperienziali sulla sessualità per migliorare la qualità della vita, convinte che i tabù sul sesso siano responsabili di molte frustrazioni e inibizioni che poi tentacolarizzano gran parte della nostra esistenza fino a renderci tristi, improduttivi, astenici, apatici, pigri, indolenti, demotivati.

 

 Dopo anni di consulenza alla vendita a domicilio di sex toy per donne e di psicoterapia di coppia, dopo il documentario in uscita che fa il punto sulla sessualità in Italia (Se parlo di sesso), un libro (In viaggio con la valigia rossa, ed. Zona), la direzione artistica della manifestazione Pornotismo, e un blog da far rizzare i capelli (ho detto capelli) in quanto a cultura dell’anticonvenzionalità, D’Onofrio ha creato un format tutto italiano di sex counseling aziendale.

 

 «Lavorando come psicoterapeuta – spiega – mi sono accorta che tante persone sono infelici per via di una sessualità non pienamente vissuta. Per questo, negli anni, ho studiato un metodo che potesse migliorare la qualità della vita proprio lavorando sulla sessualità. Oggi il percorso è ben definito e dà ottimi risultati sul piano del benessere: in 8-10 incontri di gruppo, si riesce a scardinare gran parte di quei pregiudizi, stereotipi, tabù sul sesso che di fatto funzionano da tappo alla piena dispiegazione della propria identità».

 

 Desideri, fantasie, immaginario sono le tre leve su cui poggia l’intero percorso esperienziale, e il segreto è il lavoro di gruppo:

 «Il gruppo è importante perché confronto e condivisione permettono di ridurre la severità di quell’autocensura che ognuno di noi pratica in risposta al sistema morale introiettato. Il problema infatti dipende in gran parte dal giudizio sociale sui comportamenti sessuali».

 

 Burlesque, scambismo, bondage, tutto è lecito dunque, perché nel sentire non può esserci condanna:

 «Il sex counseling, a differenza di quello che si fa in psicoterapia, non consiste nel lavorare sul problema ma sulle risorse. Gusti e fantasie sessuali, qualunque esse siano, non vanno mai trattate come deviazioni, ma anzi vanno accolte ed esplicitate, verbalizzate, anche realizzate, laddove sia possibile. L’obiettivo degli incontri è proprio ottenere una self-confidence in tal senso e una assertività con il partner: una buona sessualità nasce fuori dal letto, attraverso pratiche di consapevolezza e espressione di sè. La vita, per essere piena, necessita anche dell’erotismo: in fondo è questo che faccio, aiuto le persone a rendere più erotica la propria esistenza».

 

 Ecco che dirigenti e dipendenti avranno la possibilità di scoprire la propria personalità sessuale e rivitalizzarsi attraverso un buon contatto con le proprie pulsioni: «In azienda, questo lavoro è particolarmente funzionale perché spesso è proprio l’inibizione interna di pulsioni, desideri e fantasie a fare esplodere aggressività, abusi, molestie, giochi di potere, stalking, etc. Se all’interno di se stessi gli istinti sono lasciati liberi di essere, non ci sarà bisogno di scaricali in esterno, magari a spese di altri».

 

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